La zuppa inglese era uno dei dolci al cucchiaio che nonna preparava più spesso.
Era uno dei dessert del pranzo della domenica. Per lei era una ricetta talmente semplice che mai, nemmeno una volta, l’ha preparata per Pasqua o Natale. Per fortuna, visto che a me non piaceva.
A parte la Vera Torta di Imola, spennellata generosamente con una mistura alcolica, non amavo i dolci liquorosi. E nemmeno il Tiramisù.
Avevo gusti precisi sostenuti da una tenace ostinazione.
Da adulta, un po’ alla volta, ho smussato, tutti gli angoli dei miei gnè-gnè di bambina.
La Zuppa Inglese, una ricetta contesa
L’origine della ricetta, codificata solo a partire dall’Ottocento, in assenza di documenti storici coevi, presenta qualche dubbio.
In Italia, diverse regioni rivendicano la maternità della Zuppa Inglese.
Ma per quale ragione il titolo contiene un riferimento alla Gran Bretagna?
Considera che il dolce nasce in una epoca in cui i nomi dei piatti spesso contenevano riferimenti geografici.
Pensa alla parola hamburger che deriva dalla città di Amburgo, Germania.
La bistecca macinata fu importata in America da emigranti europei di origine tedesca; così come in Italia arrivò con gli svizzeri del Cantone tedesco, da cui la parola svizzera.
Ciò detto, torno alla Zuppa Inglese.
Possibile che il termine Inglese sia stato aggiunto “a caso”?
Qualche decennio fa, la vendita a una asta di Christie’s del libro di ricette della moglie di Oliver Cromwell, l’uomo che nel 1600, per un breve periodo, trasformò il Regno britannico in un Protettorato (il suo) camuffato da Repubblica, ha messo un punto di chiarezza.
Nel ricettario di Mrs Cromwell figura la Zuppa Inglese che la signora preparava senza crema al cioccolato. Il dolce ha origine in Gran Bretagna e prima del 1600.
In Gran Bretagna, la Zuppa Inglese è il Trifle: uno dolce a strati e un po’ scomposto, tipo zuppa. Il dessert arrivò in Italia nel 1500, a seguito di dignitari che avevano soggiornato alla corte inglese. Questo è sicuramente il caso della corte estense di Ferrara (Emilia), dove i cuochi introdussero l’uso della ciambella ammorbidita con infusi o liquori tra una crema e l’altra.
Il profumo dell’Alchermes porta invece a Firenze, dove i frati di Santa Maria Novella, già nel ‘500, erano noti per la produzione di questo liquore.
Queste due tracce confermano entrambe che il XVI secolo è quello della diffusione della Zuppa Inglese in Italia a partire da Emilia e Toscana e, da qui, nelle regioni limitrofe.
La Zuppa Inglese con la ricetta di casa mia
Da piccola avevo l’abitudine di trascorrere molte ore in cucina con nonna che, da sola o governando un manipolo di fiere azdore, cucinava tanto e per amore (nostro).
La preparazione della Zuppa Inglese era annunciata dalla presenza sulla tavola di una bottiglia di liquore rosso che aveva un profumo diverso dal rosolio che finiva sulle sfrappole (con mio disappunto).
Dopo aver fatto la crema pasticcera, nonna mescolava una parte con il cacao amaro.
Poi metteva le ciotole a raffreddare e nel frattempo faceva altro. Io ingannavo l’attesa ripulendo con calma le ciotole sporche di crema fino a quando qualcuno diceva “basta”. Purtroppo i ficcanaso sono uno dei fatti della vita con cui bisogna fare i conti.
A quel punto ritornavo al mio angolo di lavoro, tra vecchie riviste, fogli riciclati che babbo portava dall’ufficio, forbici di plastica e colori. Fino al momento del taglio della ciambella, non troppo grossa, non troppo sottile.
Nonna ha sempre usato la ciambella come base per fare la Zuppa Inglese, a volte i savoiardi.
Non usava molto liquore, per evitare di rendere il dolce stucchevole.
E sopra la crema gialla grattugiava sempre del cioccolato fondente. Anche nello strato di mezzo. Al taglio ricordo la crema soda e l’alternanza di colori. Mi piaceva il profumo dell’Alchermes ma poi, dopo un cucchiaino di assaggio, storcevo il naso e tornavo alla mia coppa di sola crema.
L’ho rifatta come faceva lei.
Poco liquorosa, crema densa, tanto cioccolato grattugiato.
La consistenza morbida avvolge il palato prima di sciogliersi in bocca in una esplosione di sapori e aromi. Come vorrei dirle che adesso non storco più il naso!
Buona cucina, Monica
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Consigli
Il colore meno intenso del liquore dipende dal fatto che ho usato un Alchermes artigianale e non industriale.
Per questa ricetta, nella preparazione della crema pasticcera utilizzo uova INTERE, tuorli e albumi, per non avere avanzi e per rendere più densa la crema.
Tra uno strato e l’altro di crema puoi usare, oltre alla ciambella (meglio ancora se avanzata), savoiardi, pan di spagna e, volendo, biscotti Pavesini.
Qualunque cosa sceglierai, inzuppa nell’Alchermes ma non troppo. Non eccedere o il dolce saprà solo di Alchermes, rovinando l’equilibrio del dolce, e lo renderà molto zuccherino.
Puoi comporre la Zuppa inglese in ciotole mono porzione.
Ricetta della Zuppa Inglese
per 6 persone
stampo di vetro quadrato, 15 cm
Lista degli Ingredienti
zucchero semolato, 100g
farina, 100g
4 uova intere
latte, 1 litro
cacao amaro, 30 g
scorza di 1/2 limone grattugiato
liquore Alchermes q.b.
Pan di Spagna o savoiardi o ciambella avanzata tagliata a fette
100 g di cioccolato fondente
Procedimento
In un tegame mescola, con una frusta -a mano-, uova e zucchero.
Aggiungi la farina setacciata, sempre mescolando con la frusta, e poi, lentamente, e sempre mescolando, versa nel composto il latte a temperatura ambiente.
Aggiungi la scorza di limone grattugiata e metti il tegame sul fornello. Porta a bollore, e quando mescolando incontri resistenza e la crema inizia a staccarsi dalle pareti del tegame, togli dal fuoco.
Dalla crema calda preleva circa 1/3 e aggiungi il cacao setacciato, mescola e lascia raffreddare completamente le creme.
Per evitare che si formi una spessa pellicola, che poi forma dei grumi nella crema, appoggia sulla superficie, a contatto con la crema, della pellicola trasparente per alimenti oppure strofina un pezzetto di burro.
Se usi pan di spagna o ciambella, taglia le fette ad una altezza di 1/2 cm.
In un piatto fondo versa qualche cucchiaio di Alchermes e bagna la ciambella/biscotti/pan-di-spagna che formerà la base del dessert. Inzuppa ma non troppo e rivesti il fondo dello stampo.
Versa sulla base uno strato di crema gialla, fai un altro strato sottile di ciambella inzuppata (ma non troppo). Grattugia un po’ di cioccolato fondente.
Aggiungi tutta la crema al cioccolato, ricopri con altre fette di ciambella passate nell’Alchermes, e finisci con uno strato di crema gialla.
Sull’ultimo strato versa qualche goccia di Alchermes e finisci con altro cioccolato fondente grattugiato.