L’inverno è la mia stagione.
Solido e silenzioso, obbliga ad andare oltre le apparenze.
Il clima invernale richiede sostanza.
Per stare al caldo servono maglioni, sciarpa e guanti. Per nutrirci abbiamo bisogno di piatti caldi come minestre e brodi.
Brodo di carne e di verdure. Minestre con pasta, riso o pane.
Minestrone con le verdure vecchie da consumare. Tra le ricette di zuppe che amo c’è una nuova scoperta, la zuppa cappuccina.
L’essenza dell’inverno
Mi piace l’inverno per il suo essere il contrario dell’apparenza.
È una stagione che non si mette in mostra. Per apprezzare l’inverno è necessario andare oltre, aguzzare la vista per cogliere ciò che conta.
Non è la stagione in cui tutto muore. Al contrario, è la stagione che prepara la rinascita. Sotto i piedi la terra è grigia e crepata ma è proprio sotto quello strato duro, spesso e ghiacciato, che la natura riposa in attesa di rinascere.
Ho sempre pensato all’inverno come a una persona di poche parole, a un generale che pianifica l’arrivo, a volte a prescindere dall’equinozio, e che porta il freddo ma non per questo è senza cuore.
Sono i dettagli che rivelano la sua vera natura, facci caso.
Nell’angolo più remoto del giardino, presta attenzione ai doni preziosi e inaspettati: bucaneve, ciclamini, erica, tulipani. Quest’anno, complice un clima più mite, ho trovato persino delle margherite un po’ infreddolite dalla galaverna del mattino.
Zuppa cappuccina
L’inverno è sostanza, sembrano dire anche i piatti tipici del periodo.
È questo infatti il momento delle cotture lunghe e del forno acceso; del cibo sostanzioso e confortevole.
Polenta, pasta al forno, tazze di brodo per confortare, spezzatini, brasati, arrosti, ciambelle, marmellate e confetture, bevande calde e profumate come tisane, cioccolata e vino speziato.
Il repertorio invernale è una sintesi perfetta dei miei piatti preferiti.
Ho provato una nuova ricetta e trovo che sia così buona e semplice nella sua preparazione, da farmi decidere di condividerla sul blog.
L’ho scoperta in un ricettario bolognese, l’ho provata e, rispettando l’equilibrio complessivo della zuppa, l’ho rifatta semplificando alcuni passaggi.
Ho cercato la ricetta della zuppa cappuccina in altri ricettari ma senza risultato.
Il nome, chiaramente, deriva dal cavolo cappuccio detto anche cappuccino.
Il piatto rustico e di sostanza fa pensare alla campagna e a un tempo in cui c’era poco.
Per questa ricetta occorrono cavolo cappuccio, cipolla e brodo. Il pane non si aggiunge durante la cottura ma alla fine, disponendolo nel piatto, spolverando con Parmigiano e versandoci sopra un paio di mestoli fumanti di zuppa.
Il risultato va oltre le aspettative.
Buona cucina, Monica
Cucina con me
QUI trovi tutte le mie ricette di minestre e brodi.
Se apprezzi il cavolo cappuccio, può interessarti la ricetta dello sformato di cappuccio con briciole di cotechino e amaretti (QUI).
Affronto meglio certe giornate fredde sapendo che a casa mi aspetta la pasta al forno, succede anche a te? QUI ho raccolto qualche ricetta.
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Consigli
Se le fette di pane sono sottili, puoi usare anche pane congelato che metterai sul fondo del piatto senza bisogno di scongelarlo.
Per fare questa zuppa puoi usare del brodo di carne. In alternativa va bene quello vegetale (lo farei con carote, le parti bianche e più dure del cappuccio – che devi eliminare-, cipolla bianca, alloro).
Zuppa cappuccina
per 4 persone
Lista Ingredienti
un piccolo cavolo cappuccio, circa 300g
una cipolla bianca, non troppo grande
un litro di brodo di carne, qui trovi la ricetta (per quello vegetale leggi nei consigli)
Parmigiano Reggiano grattugiato, 20 g circa a persona
burro, olio d’oliva, sale e pepe
una o due fette di pane a persona
Procedimento
Taglia finemente la cipolla e fai rosolare nel tegame con burro e olio d’oliva.
Unisci il cavolo cappuccio lavato, affettato finemente e poi sminuzzato eliminando la parte bianca centrale, quella più dura.
Aggiungi un pizzico di sale, mescola e cuoci su fiamma bassa, mescolando per cinque minuti.
Versa il brodo, chiudi con il coperchio e, sempre a fiamma bassa, lascia insaporire per venti-trenta minuti.
Trascorso questo tempo, spegni il fornello, aggiusta di sale e, se ti piace, spolvera con pepe fresco macinato al momento.
Mentre la zuppa cappuccina riposa nel tegame, adagia sul fondo delle ciotole da zuppa una o due fette sottili di pane. Spolvera con il parmigiano e versa la zuppa.
Porta in tavola con pepe nero e parmigiano grattugiato a parte.
2 Commenti
vitaincasa il lato rosa
Quando in una ricetta leggo “cappuccino”, mi incuriosisco subito e inizio a chiedermi: si riferirà ad un piatto proveniente da un convento di cappuccini? O, se si tratta di un dolce, si intende un richiamo al colore cappuccino, o al gusto di cappuccino, o da gustare col cappuccino a colazione? Eh già, mi fa pensare parecchio il termine cappuccino in una ricetta! :-) E stavolta ho scoperto che c’è anche un’altra possibilità: il riferimento al cavolo cappuccio!
Monica
Ehhh si, hai ragione. La prima volta che ho sentito nominare questa zuppa, ho subito pensato “sarà come il certosino” (che, appunto, deve il suo nome ai frati Certosini che abitavano l’attuale Certosa di Bologna quando era ancora un convento). Insomma, ho pensato che fosse una ricetta che portava il nome dei fraticelli.
E invece no, facendo qualche ricerca ho scoperto che il nome viene semplicemente dall’ingrediente principale, e assoluto protagonista, il cappuccio. Buona cucina, Monica