Seduta al tavolo di legno della cucina in compagnia di un tè bollente che profuma di fiori e agrumi, trascrivo la ricetta della minestra che ho fatto di recente e penso al piacevole conforto che solo i cibi caldi sanno infondere nei giorni più freddi.
Per me zuppe, minestre e vellutate sono piatti di grande cucina. Indispensabili per mangiare bene e forse anche per vivere meglio la vita.
Preparo spesso queste ricette.
Anche se oggi sembra essere un po’ tutto la stessa zuppa.
Zuppe che diventano minestre, minestre presentate come zuppe. E le vellutate? Boh!
Un po’ dispiace tutta questa confusione. Perché se non sappiamo cosa stiamo cucinando, non sappiamo nemmeno cosa stiamo mangiando. Per non parlare della cultura gastronomica italiana che pian piano dimentichiamo.
Facciamo un veloce ripasso insieme?
La maggior parte delle zuppe e minestre sono piatti di origine contadina.
Si preparano con ingredienti semplici, che abbiamo quasi sempre in dispensa, economici e di stagione.
Le zuppe hanno una base di verdure (che non significa ci sia sempre e solo verdura) e, una volta più di oggi, pane secco. Poi il pane secco ha lasciato il posto ai crostini di pane che oggi, spesso, troviamo a fianco e non dentro il piatto.
Il termine zuppa deriva dall’arcaico suppa che indicava -appunto- il pane inzuppato.
Nelle minestre, invece, c’è sempre pasta o riso, oltre a una o più verdure.
Entrambe sono brodose e si consumano al cucchiaio ma gli ingredienti sono tagliati grossolanamente. D’inverno sono confortanti. Personalmente le amo anche d’estate, fredde e speciali grazie ai sapori dell’orto.
Tanto quelle bollenti riscaldano e nutrono, quanto quelle estive rinfrescano e saziano senza mancare di sapore.
E le vellutate? Sono un’altra ricetta ancora, diversa dalle precedenti.
Le creme o vellutate, di solito di verdura, che pure si consumano a cucchiaio, sono frullate e prendono il loro nome dalla consistenza liscia e vellutata.
Tu cosa preferisci?
Io non saprei scegliere. Anche se preparo più spesso zuppe e vellutate, amo molto le minestre. In Italia c’è un vero e proprio patrimonio di storie, ricette e tradizioni che ruotano attorno alla preparazione delle minestre, legate alla cucina povera e del riciclo, e oggi -per fortuna-celebrate da cuochi stellati e grandi chef.
Alcune di queste, tra abili mani e vecchie pentole di coccio, sono vere poesie di gusto.
Questa minestra è buona e saporita.
E ora, mentre la tazza di tè è quasi finita, è arrivato il momento di condividere la ricetta senza altri indugi.
Buon comfort food, Monica
Cucina con me
Tra le zuppe che preferisco c’è il pancotto alla Romagnola: una ricetta semplice e antica per riciclare il pane vecchio.
Keep in Touch
Per restare sempre aggiornato e non perdere nuove ricette e articoli, iscriviti alla newsletter di Tortellini&CO. Niente spam, solo cose carine.
Stai in Rete
Se ti va, puoi seguirmi su Instagram, Pinterest e Facebook.
Consigli
Se utilizzi una pentola di coccio, tra tegame e fornello metti una rete di metallo da cucina (si trovano in qualunque negozio di cose di casa) per proteggere il coccio dal calore della fiamma viva.
Puoi aggiungere dei cubetti di pancetta a fine cottura.
Ricetta Minestra di patate e porri
Ingredienti
per 4 persone
160 g di pasta corta, io ho usato i tubetti
3 patate a pasta gialla
1 porro
1 l di brodo vegetale, ricetta per farlo di stagione
20 g di burro
olio d’oliva e sale q.b.
Procedimento
Pela e lava le patate, taglia a cubetti e tieni da parte.
Taglia finemente il porro e metti a imbiondire con olio e burro in un tegame dai bordi alti.
Togli dal tegame circa 374 dei porri e aggiungi 1/3 delle patate (tenendo da parte il resto).
Aggiungi il brodo, mescola, aggiungi il sale. Porta a bollore, poi abbassa la fiamma e continua la cottura a fuoco medio-basso.
Cuoci sino a quando le patate sono morbide, circa 12-15 minuti, poi riduci a crema con il frullatore a immersione.
Assaggia, aggiusta di sale, porta a bollore e versa patate, pasta e i porri messi da parte.
A fine cottura, se vuoi puoi aggiungere anche della pancetta a cubetti.
Servi la minestra ben calda con un filo d’olio d’oliva e parmigiano reggiano grattugiato a parte.
2 Commenti
Carolina
Eccomi! La mia ricetta per questa sera!
Come te, amo minestre, zuppe e vellutate.
Anche d’estate.
Monica
Spero che sia piaciuta, io la trovo tanto semplice quanto gustosa! E che bella la tradizione italiana di zuppe e minestre. Buona cucina, Monica