La crostata di semolino e pinoli è una ricetta che sa di famiglia, ricordi e pineta.
Da bambina ho trascorso tutte le mie estati al mare.
La meta era sempre la stessa, la Riviera romagnola. A cambiare, negli anni, sono stati i paesi della villeggiatura.
E sebbene io sia affezionata a tutti i luoghi di mare dove ho trascorso le mie estati, ho amato più di tutti quelli con la pineta.
Pinete di Romagna
Non ho conosciuto la bellezza dei boschi in riva al mare quando ancora ospitavano lecci, pini domestici e marittimi e biancospini. Lo stesso, l’imponenza del pino domestico, che raggiunge i 30 metri di altezza, è bastata a impressionare e catturare per sempre mente e cuore di una bambina che ha sempre amato inventare storie.
Dell’importanza di leggere per nutrire la fantasia ho scritto in questa newsletter: Qualcosa di personale.
A proposito? Sei iscritt*? È una lettera che ricevi due volte al mese, oltre a qualche speciale dedicato alla Via Emilia. Scrivo di storia, cucina, memorie.
Rimasi colpita dalla assenza di rumori, attutiti da un tappeto di sabbia e aghi di pino, dalla fragranza della resina e dai profumi del sottobosco. E anche dai giochi di luce creati dai raggi del sole che riuscivano a farsi strada penetrando tra gli alti rami. La maestosità degli alberi era impressionante.
Amavo camminare nella pineta, scorgere da lontano il mare che all’improvviso esplodeva davanti ai miei occhi e trascorrere lì del tempo.
E poi un giorno venne un forte temporale.
Quando finì nonna disse, andiamo. E tenendoci per mano camminammo verso la pineta.
E, ohhhhh.
Imparai allora che l’odore della pineta bagnata è uno dei più buoni, a pari merito con il profumo fragrante di una pagnotta appena sfornata. Le penetranti essenza vegetali avvolgono e incantano l’incauto avventore così come deve essere successo ai marinai di Ulisse quando le sirene cantarono per loro.
Dopo la tempesta, sotto i rami, il gocciolio faceva brillare gli aghi di pino come vetro filato. A tratti, il sole ritornava a penetrare il mistero della pineta. E poi quelle improvvise vampate di luce che accendevano gli alberi e facevano sembrare le gocce come tanti fuochi fatui. Il terreno fradicio e umido fumava e ribolliva neanche fosse stato il coperchio di un vulcano.
La pineta dopo la pioggia mi colpì così tanto da rubarmi il cuore per sempre.
Forse fu per l’impressione di entrare non in un bosco ma in una grande e regale sala. Camminavo sotto una cupola scintillante di cristalli di pioggia, su un soffice tappeto che i tronchi incorniciavano come un colonnato.
La raccolta dei pinoli
Nonna sapeva come rendermi felice e, al contempo, era una donna pragmatica.
Per lei la pineta dopo la pioggia significava due cose: tregua dalla calura estiva che, in Romagna, è spesso accompagnata da forte umidità anche sul mare e raccolta di stridoli, ti consiglio di dare uno sguardo al risotto, e pinoli.
Il momento perfetto per raccogliere i secondi è dopo un temporale.
La tempesta agita le alte chiome dei pini domestici lasciando cadere a terra le pigne che, diversamente, non sarebbero raggiungibili.
Avevo appena scoperto la magia della pineta bagnata di pioggia quando Nonna, porgendomi un sacchetto, mi spiegò che avevo un compito speciale, cioè raccogliere tutte le pigne che mi riusciva di trovare e anche i pinoli caduti alla base del tronco.
Visto che ero una bimba trovai quel compito più divertente che faticoso. Oggi immagino sarebbe il contrario, soprattutto per il fatto di doversi chinare.
Dopo la raccolta, una volta a casa, aprivamo insieme le pigne.
Infine, usando un sasso o un martello, rompevo il guscio dei pinoli con delicatezza, per non rovinare il frutto, e li passavo a nonna che eliminava la pellicola esterna prima di riporli nei vasi di vetro.
I pinoli sono preziosi tesori di mare e di terra. E non solo per il costo. Anche la natura sembra consapevole del loro valore visto che li preserva nella pigna, ognuno avvolto in un guscio esterno di legno e in una pellicola ambrata che sembra carta velina.
Pensa che i pinoli devono maturare per tre anni nella pigna.
Raccoglierli è faticoso tanto quanto pulirli.
Aggiungi che alcune pinete italiane sono ammalate.
Facile spiegare il costo elevato dei pinoli nostrani.
Quelli a poco prezzo, di solito, sono scarti. Oppure non sono pinoli europei ma asiatici. I primi sono bianco avorio e aromatici, quelli cinesi sono più corti, di colore giallo e non profumano.
Una crostata di semolino e pinoli
L’aroma del Marsala aggiunto all’impasto della frolla esalta il sapore del ripieno.
Il semolino era un ingrediente che in casa non mancava mai e che nonna usava molto spesso.
I pinoli erano invece un regalo dell’estate in pieno inverno.
Anche se non raccolgo più pinoli da decenni, è l’aroma resinoso e speziato del frutto dei pini, che troverai tritati grossolanamente nel ripieno e sulla superficie della torta, a rendere speciale una ricetta semplice come una crostata.
Ricorda di far bollire il semolino nel latte per pochi minuti, giusto il tempo di far restringere il liquido. Questo passaggio è importante per evitare che in cottura il semolino, più pesante, si depositi sul fondo della frolla mentre il latte rimane in superficie.
Buona cucina, Monica
Keep in Touch
- Per restare sempre aggiornato e non perdere nuove ricette e articoli, iscriviti alla newsletter di Tortellini&CO.
Niente spam, solo cose carine. - Se ti va puoi seguirmi anche su Instagram, Pinterest e Facebook.
Crostata di semolino e pinoli con frolla al Marsala
Equipment
- 1 stampo a cerniera, 25 cm diametro
Ingredienti
Frolla
- 80 g burro
- 180 g farina 00
- 80 g zucchero semolato o di canna
- 2 uova intere
- 30 g Marsala secco
Ripieno
- 100 g pinoli
- 400 ml latte
- 120 g semolino
- 50 g burro
- 60 g zucchero
- 2 uova intere
Istruzioni
Frolla
- Taglia il burro freddo di frigorifero a cubetti piccoli e metti da parte.
- In una ciotola larga unisci farina e zucchero e mescola.
- Aggiungi anche il burro, le uova intere e il Marsala.
- Impasta gli ingredienti cercando di usare la punta delle dita per non scaldare troppo il burro, giusto il tempo di ottenere un panetto liscio e omogeneo.
- Avvolgi nella pellicola e riponi in frigorifero fino al momento di usare la pasta frolla.Consiglio:se puoi prepara la frolla il giorno precedente il suo utilizzo.
Ripieno
- Trita grossolanamente a coltello metà dei pinoli e metti da parte senza mescolare con quelli interi che servono per decorare la superficie.
- Versa 300 ml di latte in un tegame (tieni da parte il resto), aggiungi il semolino e porta a bollore. Subito dopo abbassa la fiamma e mescolando addensa per 3 minuti.
- Spegni, sposta il tegame dal fornello e aggiungi il burro a pezzetti, lo zucchero e mescola.
- Quando la crema è tiepida, aggiungi e mescola con 100 ml di latte freddo e poi unisci le uova, una alla volta, incorporandole mescolando.
- Aggiungi anche i pinoli tritati e mescola.
Assemblaggio
- Preriscalda il forno a 180 gradi, funzione statica.
- Stendi la frolla a una altezza di circa ½ cm tra due fogli di carta forno.
- Disponi la frolla nella teglia, unta o rivestita di carta forno, e pareggia i bordi.
- Versa la crema di semolino, decora la superficie con i pinoli interi e cuoci in forno caldo per circa 35 minuti o fino a quando i bordi saranno dorati.
- Sforna, lascia raffreddare e, se ti piace, spolvera con zucchero a velo.
- Conserva la crostata coperta fuori frigorifero. Si conserva per molti giorni.