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I biscotti del re sembrano dei cantucci sia per la forma che per la doppia cottura.
E proprio come i cantucci puoi servirli a fine cena con il vinsanto e una bella storia (la loro).

I biscotti del Re sono più friabili e morbidi al morso dei cugini toscani.

La preparazione dell’impasto è molto semplice, da una ciotola (o planetaria) e via.
Dopo aver suddiviso l’impasto in più pezzi, ai quali dare forma di filone, sarai pronta per procedere con una doppia cottura, detta biscottatura, proprio come per i cantucci.

Dopo la prima cottura, i filoni vengono tagliati diagonalmente per formare i biscotti e ritornare in forno per pochi minuti a bassa temperatura.

A questo punto si lasciano raffreddare prima di spolverare con zucchero a velo.

Come sempre, ti lascio la ricetta della tradizione, tu scegli la tua strada.
Consiglio personale: se non ti piacciono i canditi, non usarli ma aggiungi il liquore all’anice per non perdere tutte le caratteristiche tipiche di questa ricetta storica, nata per salutare la visita del Re d’Italia ad Altedo, paese della bassa Bolognese nel 1918.

Biscotti del Re ricetta

La storia dei Biscotti del Re

Il 6 giugno 1918 Vittorio Emanuele III visitò la zona della bassa bolognese, a quel tempo terra di risaie e mondine. Nel suo giro si fermò anche ad Altedo, frazione del comune di Malalbergo a pochi chilometri da Bologna, interessato proprio a certi metodi innovativi di raccolta del riso.

Il corteo, con alla testa l’auto del Re, una Fiat 510 Torpedo realizzata per il sovrano, entrò nel paese alle 10.15.
E qui avvenne un mezzo disastro.

Il Sindaco Zeno Pezzoli non era pronto. Noto per non essere mattiniero, all’arrivo del sovrano era ancora intento a vestirsi e mandò la figlia Anna a fare gli onori di casa e prendere tempo.

La ragazza offrì al Re un mazzo di fiori, preso da un vaso di casa, che bagnarono i reali pantaloni del sovrano.
Il prefetto e il questore di Bologna che accompagnavano Vittorio Emanuele rimasero interdetti e sbalorditi ma il re non fece una piega.

Poi, finalmente, il Sindaco fu pronto per accompagnare il corteo reale nella visita delle cooperative agricole della zona. Al termine del sopralluogo, al corteo fu offerto un banchetto durante il quale la signora Tuda Martinelli Pezzoli, madre del Sindaco che fece aspettare il Re d’Italia, offrì dei biscotti creati per l’occasione.

Al re piacquero così tanto che offrì alla Tuda la possibilità di usufruire per questi biscotti del brevetto della Real Casa.

Alla buona donna dovette sembrare troppo impegnativo e rifiutò chiedendo il permesso di poterli chiamare Biscotti del Re. Il permesso fu accordato e Vittorio Emanuele risalì sulla sua Torpedo portando via un pugno di questi biscotti avvolti in un fazzoletto annodato.

Oggi i Biscotti del Re  sono riconosciuti come De.Co (denominazione comunale) che certifica la storicità e appartenenza di un prodotto, ingrediente, tradizione a un territorio comunale.

Buona cucina, Monica

Altre ricette di biscotti bolognesi

Bologna ha una ricca e varia tradizione di biscotti locali: ravioli, zuccherini, sabadoni, gialletti per citarne alcuni.
Le raviole di San Giuseppe e gli zuccherini montanari li trovi anche nei forni della città. Altri stanno scomparendo, come le mistocchine, semplici dolcetti che si preparano con farina di castagne e acqua (vegani e senza glutine), o le Fave dei Morti, biscotti tipici nel periodo di Ognissanti (un’altra ricetta senza glutine).

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Biscotti del Re ricetta

Biscotti del Re ricetta

Biscotti del Re

I biscotti del re sono dei cantucci friabili tipici della campagna bolognese
Portata Colazione, Dopo cena, Merenda
Cucina Bolognese
Keyword Biscotti, Biscotti del Re, cantucci
Preparazione 1 ora
Cottura 31 minuti
3 ore
Porzioni 8 persone

Ingredienti

  • 125 g di burro
  • 150 g di mandorle spellate
  • 100 g di cedro candito
  • 500 g di farina 00
  • 250 g di zucchero semolato
  • 3 g di bicarbonato
  • 1 pizzico di sale
  • 3 uova regolari
  • 40 g di liquore all'anice tipo Anisetta

Istruzioni

  • Sciogli il burro e metti da parte.
  • Trita grossolanamente le mandorle e finemente il cedro e metti entrambi da parte.
  • In una ciotola, o nella planetaria, mescola gli ingredienti secchi: farina, zucchero, bicarbonato, sale.
  • Aggiungi il burro fuso, non troppo caldo, poi le uova, il liquore e impasta per 5 minuti sino a ottenere un composto morbido e ben amalgamato.
  • Unisci anche mandorle e cedro, impasta ancora, avvolgi nella pellicola e lascia riposare in frigorifero per alcune ore: da 3 a 5.
  • Preriscalda il forno a 180 gradi, funzione statica.
  • Elimina la pellicola, spolvera di farina un piano di lavoro pulito. Strappa o taglia dei pezzi di impasto formando dei filoncini lunghi 20-30 cm, larghi 2 e alti 2 cm (guarda le foto che corredano la ricetta).
  • Sistema i filoni di impasto su una teglia coperta di carta forno e cuoci in forno già caldo, per 25 minuti. Devono uscire dal forno chiari non dorati.
  • Togli dal forno la teglia e abbassa la temperatura a 100 gradi.
    Lascia raffreddare i biscotti per una decina di minuti poi, muovendoli delicatamente visto che saranno ancora morbidi, usa un coltello per staccarli (vedi foto sotto la ricetta). Poi taglia i filoni in diagonale formando dei biscotti lunghi circa 2 cm.
  • Rimetti la teglia con i biscotti in forno e cuoci per 6 minuti o fino a doratura dei bordi.
  • Infine sforna, lascia raffreddare e spolvera con zucchero a velo.

Consigli

  • Conserva in una scatola per biscotti, rimangono freschi per diverse settimane.
  • Puoi congelare l'impasto e fare i biscotti in un altro momento.
  • Quantità per circa 1 kg di biscotti.

 

Biscotti

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2 Commenti

  • ROSANNA
    Posted 13 Giugno 2023 at 1:58 PM

    Ho fatto i biscotti sono rimasti morbidi, devono essere così ?
    Buoni volevo sapere se ho sbagliato qualcosa. Ora voglio provare la spoja lorda, da tanto la cercavo.
    Grazie

    • Post Author
      Monica
      Posted 13 Giugno 2023 at 2:35 PM

      Ciao Rosanna, a differenza dei cugini toscani i cantucci bolognesi sono friabili e morbidi al morso nonostante la doppia cottura. E so che può sembrare strano ma è proprio la loro caratteristica. Ti aspetto nel post dedicato alla spoja lorda eretica (quella classica è ripiena dio soli formaggi e servita pin brodo ma a me asciutta piace tantissimo). Buona cucina, Monica

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